In campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e per promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale
L’Università di Messina con Enea e i Politecnici di Torino e Milano e le Università di Pisa, Padova, Perugia, Camerino e della Campania hanno dato vita al Consorzio Fabre, che metterà in campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e per promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale. In particolare, Eugenio Guglielmino, docente del Dipartimento di Ingegneria Unime e i delegati delle altre istituzioni coinvolte valuteranno i vari rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuoveranno la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e all’utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.
Soddisfazione è stata espressa dal Rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea: “Siamo orgogliosi di poter mettere al servizio del Paese le nostre competenze in un lavoro che è molto impegnativo quanto qualificante. Con molta convinzione la Governance del nostro Ateneo sta portando avanti ogni iniziativa utile per confermare che la nostra Comunità Accademica è presente a livello nazionale ed internazionale in progetti prestigiosi e soprattutto utili per migliorare le condizioni di vita. La nostra attenzione è massima e sono certo che anche in questa occasione l’Università di Messina saprà mettere in campo le migliori energie dove necessitano le migliori energie ed esperti qualificati”.
Il nome Fabre – spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca Enea – sta a indicare che la questione sicurezza va affrontata ingegnosamente, sia in fase progettuale delle nuove strutture, per la quale abbiamo tutte le conoscenze e gli strumenti per operare bene, sia nella valutazione e nel monitoraggio di quelle esistenti con sistemi tecnologici avanzati. In questo modo saremo in grado di individuare lo stato di salute delle opere stradali e, laddove possibile, intervenire prima che un eventuale danneggiamento raggiunga un grado di gravità tale da rendere molto costoso o addirittura impossibile il ripristino. Come le persone, anche le infrastrutture hanno bisogno di check-up programmati, specie se si tiene conto che gran parte del patrimonio stradale italiano ha oltre 50 anni. Il consorzio Fabre potrà coordinare e valorizzare al massimo le competenze presenti nelle università e nei centri di ricerca italiani e trasferire i risultati della ricerca scientifica e tecnologica agli enti pubblici e privati che gestiscono queste infrastrutture e alle comunità professionali, con l’obiettivo primario della prevenzione”.